Congresso internazionale di medicina osteopatica
“verso un’integrazione fra le medicine” – 6/9 aprile 2011 – Firenze – Palazzo dei Congressi

 

 

 

SOFT SOFT SWEET ALICE……

Una collaborazione nata per caso.
Un’osteopata vogliosa di lavorare con e per i bambini; una pediatra curiosa di saperne di più, desiderosa di poter aiutare i suoi piccoli pazienti con l’ausilio di metodiche dolci e naturali.
L’unione di queste due figure è riuscita ad apportare notevoli miglioramenti nella qualità di vita dei neonati e delle loro famiglie, in casi di plagiocefalia posizionale e reflusso gastroesofageo.
Alcuni genitori non hanno avuto remore nell’affidarsi; altri hanno opposto resistenza nel momento in cui è stata consigliata una diminuzione del farmaco.
Ovviamente la responsabilità non è del genitore che vuole solo il meglio per il proprio figlio; il mondo segue regole di mercato che impongono anche un certo tipo di disinformazione e fanno leva sul senso d’inadeguatezza dei genitori, quindi per la famiglia del bambino con segni patologici è più facile seguire la cura più costosa come se questo equivalesse a dare al proprio figlio il meglio, mentre spesso il meglio non è quantificabile come mero mezzo materiale, sia esso farmaco o caschetto, ma passa attraverso la relazione ed il contatto con il bambino piccolissimo (osteopata o medico/ paziente) . Soltanto che questo è molto ma molto più impegnativo!
Attraverso tecniche manuali molto dolci, è possibile ripristinare un giusto equilibrio del sistema digerente, attenuando dolori da reflusso e da coliche.
Nei casi di plagiocefalia è importante che i pediatri indirizzino i loro pazienti da un osteopata in grado di ridare armonia ad un cranio che, vuoi per traumi intrauterini, da parto o per la posizione in culla, risulta essere asimmetrico.
Bisogna spiegare ai genitori che far crescere la testa dei propri figli dentro un caschetto, molto di moda al momento, è un atto costrittivo, assolutamente non fisiologico. Purtroppo, a costo di ripetersi, gli interessi economici fanno da padrone ed è per questo che bisogna essere sempre critici.
Con questo studio abbiamo voluto promuovere la sinergia osteopata/pediatra basata su cognizioni anatomo fisiologiche che permetta il sempre minor uso di farmaci, laddove possibile.
Il neonato ha delle risorse che noi adulti non immaginiamo; l’osteopata stimola questo terreno fertile affinchè queste risorse siano in grado di esprimersi al meglio.
Un altro aspetto da non dimenticare è il coinvolgimento dei genitori nella terapia stessa.
Nella plagiocefalia è possibile insegnare loro delle semplici manovre di modellamento craniale da eseguire tra una seduta e l’altra.
In questo modo si fa prendere coscienza, in maniera più diretta, del lavoro che l’osteopata vuol fare e, ancor più importante, si crea un momento di intesa tra neonato e genitore altamente terapeutico per entrambe le figure.

                                   Simona Nasponi, Maria Roberta Rocchi